CENNI STORICI SULLA PREVOSTURA DI S. MARIA DEL BORGO

Vigone, Borgo antico, di origine romana, bivacco delle milizie di Roma dirette alle Gallie, trae il nome da Guido, un personaggio Longobardo: Vicus Guidonis, foneticamente contratto: Vico Guidono, Cicodono, Vigono, Vigone.

Carlo Magno, nel 776, assegnava il Borgo di Vigone ai Marchesi di Susa, i quali, tramite Olderico Manfredi, nel 1029, lo cedevano all'Abbazia di San Giusto, che lo teneva fino al 1212, quando l'Abbate Pietro dei Benedettini, in cambio di altre terre, lo cedeva al Conte Tomaso di Savoia.

Nella divisione avvenuta, nel 14° secolo, tra i Conti di Savoia e i Principi d'Acaia, Vigone passava agli Acaia.

Filippo d'Acaia portava il titolo di Signore di Vigone.

Nel 1418, estintosi questo ramo, Vigone ritornava a quello primogenito dei Savoia.

I Monaci Benedettini, già tanto benemeriti per la cultura e lo sviluppo dell'economia agricola, stabilitisi a Vigone, nel punto più salubre e sicuro, fondarono il Cenobio e una Chiesa dedicata al loro San Giusto, dove, autorizzati dalla Santa Sede, intrapresero a esercitare cura d'anime e giurisdizione sul popolo del nuovo Borgo, indipendentemente dai Vescovi di Torino, donde l'origine della Prevostura del Borgo di San Benedetto.

Nel 1384, il Monastero segusino, nell'impossibilità, per motivi di carenza, di fronteggiare gravose spese richieste per il restauro della Chiesa Parrocchiale, che minacciava rovina, decideva di ritirarsi da Vigone, ritenendosi solo la giurisdizione spirituale, concedendo in commenda la Prevostura e il relativo beneficio a Sacerdoti secolari estranei all'Abbazia.

Passata così la Parrocchia ai Prevosti commendatari della nobile famiglia dei Provana di Carignano, ogni difficoltà finanziaria scomparve.

Allora, Comune e Prevosto di Santa Maria del Borgo fecero risorgere, in pochi anni, la Canonica, la Chiesa, il Cimitero parrocchiale, il campanile dotato d'un orologio pubblico.

La vecchia, cadente Chiesa Benedettina del secolo 13° risorgeva, pertanto, sulla stessa ossatura sostanziale antica, rinnovata e abbellita nelle sue linee gotiche perchè arricchita di un grandioso portale cui lavorarono maestri d'arte famosi.

Il Prevosto commendatario Don Andrea Provana dei Signori di Leiny e Signore della Novalesa, rinnovò nel 1505 la casa parrocchiale nell'aspetto che ancora conserva, riabbellì la Chiesa, aumentò la dote del Beneficio aggiungendovi del suo la cascina Devese di Barge (detta poi, dal suo titolo signorile: «La Novalesa»).

Nel 1510 acquistava, col consenso della S. Sede, il diritto di patronato attivo e passivo sulla Prevostura in favore della discendenza dei Provana Signori di Leiny, Conti di Frossasco e di Alpignano. Successivamente nel 1776, per accordo tra il Comune e il Prevosto Teol. Michele Bonifanti, veniva demolito l'antico campanile del secolo XIII pericolante, e riedificato l'attuale nel 1777, su disegno dell'Architetto Fenocchio di Torino. In quel tempo, frattanto, perchè il popolo vigonese non rimanesse senza orologio, il Comune decideva di installarne un altro sul frontone del Palazzo Civico con grande soddisfazione del pubblico.

Passata la bufera rivoluzionaria, l'occupazione francese del Piemonte, cessate le disastrose guerre napoleoniche, venne a reggere la Prevostura di Vigone il Teol. Giovanni Pietro Sola, Professore di Teologia Dogmatica, ch'ebbe tra i suoi discepoli San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Pietro Scavini Teol. e moralista, Vicario generale della Diocesi di Novara e Mons. Andrea Charvaz, Vescovo di Pinerolo, e in seguito, Arcivescovo di Genova.

Mons. Sola, volto il suo animo alle necessità di una nuova parrocchiale, s'accingeva all 'opera, che in breve arco di tempo portava a termine.

Demolita l'antica chiesa, che contava sei secoli, costruì sull'area della stessa il grandioso tempio progettato dall'Architetto Talucchi, che comportò una spesa sostenuta, in generose proporzioni, dal Prevosto, dal Comune, dal Governo e dai Vigonesi, in denaro e prestazioni di opera.

A proposito di prestazioni, lo scrivente ricorda di aver sovente giocato, da bambino, nei pressi della fornace, fatta costruire da Mons. Sola nella vicina regione di S. Francesco per la fornitura dei laterizi al cantiere del Borgo e di aver udito i nonni parlare di comandate, cui essi eran fieri d'aver partecipato, le domeniche, impiegate, quasi tutte, per alcuni anni, nel trasporto dei laterizi, che veniva effettuato a catena, passando da mano a mano i mattoni, dalla fornace alla Chiesa.

Il 29 agosto 1833 1'Arcivescovo Mons. Franzoni ne benediceva la prima pietra. Finito il Borgo nel 1838, il 5 settembre dello stesso anno, esso veniva benedetto dal Vescovo di Pinerolo Mons. Andrea Charvaz, per delegazione dell'Arcivescovo di Torino.

Dopo venti anni dalla benedizione di Santa Maria del Borgo (l'opera gigantesca, attuata a prezzo di immensi sacrifici, di tante fatiche), il Teol. Sola, il 3 gennaio 1858, eletto Vescovo di Nizza Marittima dal Papa Pio IX, lasciava Vigone per la nuova destinazione.

Ancora 10 anni e la solenne consacrazione della nuova Chiesa Parrocchiale veniva celebrata il 27 aprile 1867 da un illustre figlio di Vigone, Mons. Giov. Pietro Losana, Vescovo di Biella, già titolare di Aleppo, Delegato Apostolico della Santa Sede in Oriente.


Dalla sua erezione la Chiesa era rimasta in uno scialbo squallore. Era necessario, pertanto, ravvivarla attraverso il restauro e una decorazione adatta alla sua maestosità.

Mons. Vallero, succeduto nel 1899 al Teol. Ferrero, fu il promotore intelligente e dinamico di questi lavori.

La Chiesa del Borgo, dal 1838 al 1908 aveva mostrato un aspetto squallido e freddo. Gli altari laterali, a semplice stucco, erano privi dei tesori dell'arte, eccettuate le tele, pitture dei Maestri Siffredi, Morgari, le statue a stucco degli Apostoli, il pulpito opera dell'Alloa e il battistero con i dipinti del Ceaglio. Il tempio, spoglio, reclamava le sollecitudini dell'estetica: decorazioni, abbellimenti.

Il Prevosto, affidava all'architetto Prof. Giovanni Massoglia il compito di studiare un progetto di abbellimento, progetto che riscuoteva la approvazione dell'Autorità ecclesiastica, confermata da speciale benedizione di Sua Santità Pio X e il compiacimento degli esperti.

I lavori incominciarono col ridurre a proporzioni migliori i finestroni semicircolari per ottenere più equilibrata e diffusa luce, con l'apertura di un ampio lucernario nella parte superiore della mezza calotta dell'abside per illuminare il presbiterio. Vennero murate le finestrelle stellate praticate nei cassettoni della volta, eseguita la decorazione di tutta la parte superiore al presbiterio, compreso l'arco trionfale con ricchi stucchi e dorature. Si proseguì nella riforma totale del partito decorativo architettonico della grande volta, disegnando in ciascun dei riparti tre medaglioni, uno maggiore centrale e due minori laterali circoscritti da fasce e corniciature di rilievo. Gli arconi, ripartiti a cassettoni con rosoni a grandi rilievi e membrature intagliate e dorate. Gli intervalli fra i medaglioni fregiati di motivi ornamentali a chiaro scuro con delicata intonazione da lasciare dominare gradatamente le parti di maggior rilievo e importanza.

Nel primo medaglione centrale è dipinta la Immacolata Concezione di Maria Vergine e nei due laterali Mosè e Isaia profeti; nel secondo, l'Assunzione di Maria Santissima al Cielo e nei due laterali San Cirillo Alessandrino e San Giovanni Damasceno; nel terzo, verso l'arcone trionfale, è figurata l'incoronazione della Madonna, e, nei due minori, S. Alfonso Maria de' Liguori e S. Bernardo.


Le statue simboliche, i finti marmi, le tinteggiature ben armonizzate compiono il restauro e la decorazione di Santa Maria del Borgo.

Sotto la direzione del Prof. Massoglia, per la parte architettonica collaborano al meraviglioso successo dell'opera, il capomastro Giuseppe Baretta di Vigone, l'assistente Giuseppe Artero di Pinerolo, i riquadratori Eugenio e Pietro Artero, gli stuccatori fratelli Borgogno, l'indoratore Chiaffredo Ceaglio, i decoratori Fratelli Perracchione. Sotto l'alta egida del grande maestro Reffo, autore dei bozzetti, eseguirono gli affreschi, i famosi pittori Federico Siffrëdi e Luigi Guglielmino.

In cinque anni la grandiosa opera fu compiuta.

Devotissimo della Madonna, Mons. Vallero, nel 1918 affiancava alla mole del Borgo la Cappella-Grotta, copia fedelissima di quella di Massabielle, e fu realizzata dallo scultore Bartolomeo Alloa.

A completare l'impressione di grandezza e dignitosa magnificenza della parrocchiale del Borgo, Mons. Vallero, sostituiva il vecchio coro con nuovi stalli di pregiata fattura, severi e imponenti, nello stile della chiesa, eseguiti dalla scuola Artigianelli di Torino su disegno dell'Architetto Cioccarello, benedetti dal Cardinale Pietro Boetto Arcivescovo di Genova durante il cerimoniale delle feste centenarie della Parrocchia il 5 settembre 1938.

I nomi venerati di Mons. Giovanni Pietro Sola e di Mons. Giuseppe Vallero, uniti indissolubilmente nella storia del Duomo di Santa Maria del Borgo, resteranno nei ricordi più belli della nostra Vigone.

Il primo centenario della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Borgo 1838 - 1938 venne celebrato con solenni manifestazioni religiose e civili, il 5 settembre 1938, con la partecipazione, del Cardinale Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, e del Cardinale Pietro Boetto, illustre nostro concittadino, Arcivescovo di Genova, insignito del titolo di «Cardinale della Liberazione (25-4-1945)», alla gloriosa memoria del quale l'Amministrazione di Vigone dedicava la piazza del Borgo: «Piazza Card. P. Boetto», e Mons. Angelo Bartolomasi Ordinario militare già Vescovo di Pinerolo.

A Mons. Giuseppe Vallero, spentosi serenamente la sera di S. Domenico, 4 agosto 1956, succedeva nella Parrocchia di Santa Maria del Borgo il M. R. Sac. Giuseppe Boano prescelto dal Cardinale Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, e prendeva solennemente possesso della Parrocchiale di Santa Maria del Borgo il 23 dicembre 1956.


PREPARAZIONE FESTEGGIAMENTI CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE 1967

I lavori eseguiti in questi 12 anni di Prevostura sono: l'ampliamento della Grotta di Lourdes, il nuovo tabernacolo in lamina d'oro, il riscaldamento del Borgo, le campane elettroniche che battono l'ore all'unisono con la campanella del Palazzo Civico e con tutti i pendoli sonori della Città, il riattamento, nelle linee originarie della trecentistica Casa Parrocchiale, ambientata alle odierne esigenze di vita familiare nella funzionalità di Centro Comunitario Sacerdotale.

Altre opere di aggiornamento ai tempi: decorazione, illuminazione, audio diffusione, di recente attuazione nel Duomo di Santa Maria, saranno inaugurate domenica 9 giugno 1968 durante le funzioni celebrative del centenario della solenne consacrazione del Borgo a Maria Nascente, avvenuta per mano del Vescovo Giovanni Pietro Losana, figlio degnissimo di Vigone, al cui nome il Comune dedicava una via del centro urbano: «Via Losana».

Alla manifestazione di giubilo cui il popolo fedele di Vigone si sta preparando, il Cardinale Michele Pellegrino ha assicurato il lustro della sua partecipazione.

L'indimenticabile bontà dell'Eminentissimo Cardinale Maurilio Fossati, di venerata memoria, celebrandosi il primo centenario della fondazione del Borgo, nel comunicare la sua adesione, ricordava: «Celebrare un centenario vuol dire ringraziare Iddio di tutto il bene ricevuto e nello stesso tempo pregarLo affinchè ci conceda di non essere da meno di quelli che ci hanno preceduti».

I generosi parrocchiani di Santa Maria del Borgo, i Vigonesi tutti, non v'è dubbio, continueranno la marcia del progresso con lo spirito dei padri, con la grazia del Signore.

Siamo grati all'Ill.mo Sig. Sindaco Cav. M. Domenico Bonetto, insigne cultore di pazienti ed appassionate ricerche storiche vigonesi, per aver collaborato in modo così interessante, alta stesura di questo articolo.


SACERDOTI VIGONESI DEL CENTENARIO (defunti)

Teol Arpino. Eresse la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo in Torino

Mons. Oliva, Vicario di Pianezza

Can. Mercandino, Pievano di Cavallermaggiore

Teol. Fileppo, Vicario di Cavoretto

Teol. Trossi, Curato di Mirafiori

Can. Bessone, Priore S. Martino Rivoli

S. Ecc. Mons. Ressia, Vescovo di Mondovì

I tre fratelli Ressia

Padre Festa, lazzarista

Mons. Anfossi, direttore Istituto Sordomuti

Don Clary

Don Bonando

Don Verrazzi

Don Donalisio, prevosto emerito Col. S. Giovanni

Don Gallo Giorgio

Don Giuseppe Cappella

Don Giovanni Boretto

Don Michele Bessone

Don Nicola Bessone

Don Giusto Barreri

Teol. Giuseppe Artero

Teol. Ernesto Ferrero

Don A. Bertalmio

Don Grella

Mons. Pasquale Mattalia

Padre Borghino, salesiano

Card. Pietro Boetto, Arcivescovo di Genova

Padre Gamberutti, missionario Consolata

Don Alessandro Possetto, già missionario a Cartagine e a Gerusalemme

Don Roccia, salesiano

Don Costantino Giuseppino, Superiore Gen.

Mons. Trossi, Vicario Gen. Castrense


SACERDOTI VIGONESI RESIDENTI FUORI VIGONE (viventi)

S. Ecc. Mons. Lorenzo Bessone, Vescovo di Meru (Kenya)

P. Umberto Bessone, Missionario Consolata, Vice Superiore Generale

Can. Francesco Boretto, della Cattedrale di Susa

Don Bonifetto Sebastiano, Curato SS. Pietro e Paolo in Torino

D. Gavigliasso Mario, Ins. di religione a Torino

P. Francesco Vattano, gesuita, S. Remo

P. Cesare Perusia, francesc. guardiano a Cuneo

Don Beppe Cerino, Professore Sem. Giaveno

D. Antonio Alberto, Cappellano vigonese

P. Stefano Bonifetto, Misisonario Consolata (Africa)

Don Mario Canavesio, Vice parroco a Torino


NUOVI LAVORI IN CHIESA PER IL CENTENARIO

In occasione delle Feste Centenarie della Consacrazione della nostra bella Chiesa si è pensato di provvedere ad alcuni lavori resi più necessari e più sentiti da parte dei parrocchiani, per un migliore funzionamento della chiesa stessa.

Nuovo impianto elettrico

La chiesa era ancora servita dal primo impianto rudimentale installato circa 70 anni orsono per l'erogazione della luce elettrica. In questi decenni si era infittito di centinaia di metri di fili tale da formare una ragnatela disordinata con prese e attacchi volanti, e da costituire un vero pericolo all'edificio stesso. Il nuovo impianto è centralizzato in sacrestia dove da apposito quadro a tastiera verrà comandata la trasmissione della luce. La linea è stata trasformata da 120 volt a 220 volt con nuovo contatore. Per la illuminazione si sono installati, nella navata centrale, 7 diffusori al neon, ognuno portante quattro tubi florescenti opportunatamente schermati. Sugli ingressi laterali e nelle navate pure laterali altri dieci diffusori. Per l'illuminazione dell'abside e dell'altare comunitario sono stati posti sul cornicione due potenti riflettori; altri due per la volta della cupola. Infine si è provveduto a sistemare quattro fari a luce gialla indiretta per mettere in risalto la stupenda decora zione della volta centrale. Con i nuovi diffusori, i fari, i riflettori, si sono sostituite tutte le lampadine dei lustri di cristalli, (per il cambio di voltaggio) per alcune centinaia. Ha eseguito l’opera la Ditta Bertola Ezio.

Nuovo impianto di audiodiffusione

Parimenti viene realizzato l'impianto audiodiffusore. L'attuale, ormai superato e insufficente, creava noiosi problemi di acustica. Ci siamo rivolti ad una Ditta di Asti, specializzata per questo genere d'impianti. In sacrestia verrà installato il centralino amplificatore e comandi, composto da un contenitore metallico a Rack standard da 19" contenente diversi pannelli sui quali verranno sistemati: un miscelatore per 5 linee di microfoni, un amplificatore, un giradischi 4 velocità, tre commutatori delle linee dei diffusori Interni - Esterni - Sacrestia, presa per microfono, presa per registratore, segnale luminoso di controllo, interruttore a leva bipolare ecc. Inoltre in chiesa verranno sistemati razionalmente 6 diffusori (colonne parlanti) a linea di suono da 1 mt. Ai lati del presbitero 2 diffusori da 50 cm. Dal centralino partiranno le linee microfoniche per l'Altare maggiore, l’altare comunitario, l'ambone dell'omelia, il leggio del lettore, le sedi, il pulpito, l'altare della Consolata, l'altare del Rosario, fondo chiesa e facciata.

Tinteggiatura e pulizia

Abbiamo inoltre approfittato dell'occasione del Centenario per rifare la tinteggiatura delle due navate laterali, ormai in stato veramente indecoroso. La Ditta, Sarà Sebastiano ha ridato con due tinte (verde pallido alle pareti, bianco alla cornice e volta) luminosità e spazialità alle due navate e al coro. Si è provveduto alla ripulitura delle 12 statue degli Apostoli e delle nicchie; alla riverniciatura dei confessionali e delle grate; a quella dello zoccolo delle pareti laterali; e del portale in noce dell'ingresso, come pure della porta centrale e due laterali esterne. Infine si sono ripulite le 18 grandi colonne in giallo cipollino. Da un mobile barocco del '700 si è ricavato un ambone per la predicazione. Come si può facilmente comprendere i lavori sono stati imponenti e ne danno prova le lunghe giornate in cui la nostra chiesa era poco meno che un cantiere, ma siamo certi che tutto verrà apprezzato dai cari parrocchiani che sempre hanno tenuto con giusto orgoglio alla loro chiesa.

Come già comunicato sul Bollettino Parrocchiare la spesa per i due impianti si aggira sui tre milioni. Per la tinteggiatura e pulizia, con atto di generosità munifica, ha voluto assumersene l'onere il nostro concittadino Comm. Francesco Balbis. Come per il passato si rinnoverà l'emulazione dei parrocchiani nella generosa contribuzione per estinguere i debiti.


LAVORI ED EVENTI RECENTI

Una grande svolta nella Parrocchia di Santa Maria del Borgo avviene nel 1986. La Curia, allora guidata dal Card. Anastasio Ballestrero, decreta l’unificazione delle due Parrocchie presenti a Vigone: Santa Maria del Borgo e S. Caterina. La Parrocchia ufficiale resta la chiesa del Borgo, ma cambiando il nome in “Parrocchia di Santa Maria del Borgo e S. Caterina”.

Tra il 2005 e il 2007 si interviene con la tinteggiatura del coro e delle navate laterali, intervento di ripristino e conservazione della cupola sopra l’altar maggiore, inserimento di un nuovo.

Altro intervento di restauro viene eseguito sulle tele degli altari laterali con una pulizia che li ha riportati allo splendore originale.

Nel 2013 si esegue la ripassatura dei tetti della chiesa, la parte sopra il coro.

Dopo attenta valutazione, anche con il contributo delle Belle Arti, nel 2015 viene eseguita la nuova copertura della casa Parrocchiale con la sostituzione totale delle capriate, mantenendo i vecchi coppi di copertura.

2022 si realizza la nuova rampa disabili di accesso alla chiesa, che dà accesso direttamente al sagrato.

Avendo valutato la situazione delle caldaie, per il riscaldamento della chiesa, e la situazione costi del gas, si decide di sostituire il sistema di riscaldamento con il nuovo sistema a irraggiamento. Nuovo impianto realizzato sempre nel 2022.


I PREVOSTI Dl S. MARIA DEL BORGO E S. CATERINA

l) Frate Pietro, dei benedettini di S. Giusto in Susa 1212-1230

2) Altri Abati fino al 1368

3) Chaire Antonio, 1368-1390

4) De Albiano Enrico, 1391-1449

5) Provana Ajmonetto, dei conti di Lejnì, 1450, il quale permise nel 1459 al pievano Fasolis di trasferire la Pievania di Santa Maria de Hortis nelle mura del Borgo

6) Provana Brunone dei conti di Lejnì, 1480

7) Provana Tiburzio, 1485

8) Provana Ughetto, 1490

9) Provana Andrea, 1505, ricostruì la casa parrocchiale, già convento dei benedettini ed ottenne da Giulio II il diritto di Patronato per sè e la sua famiglia, conti di Lejnì e di Frossasco.

10) Provana Carlo, 1540

11) Parato Giovanni, 1580

12) Ostorero Giovanni, 1585

13) Valperga Cesare, 1611. Unico superstite del clero nella famosa peste del 1630

14) Ferrero Teobaldo, 1641

15) Fontanella Francesco, di Vigone 1665

16) Cassotti Francesco, nobile vigonese 1694

17) Golzio Gaetano, dei Signori delle Porte di Perosa 1723

18) Porporato Giuseppe, dei marchesi di Sampejre, 1736, poi Vescovo di Saluzzo

19) Castelli Tomaso, di Borgo Varese 1741

20) Bonifanti Michele, di Centallo, 1769. Costruì il nuovo Campanile

21) Borgarelli Amedeo, di Fossano 1796

22) D'Angennes marchese Alessandro Gorini, 1813, poi Vescovo di Alessandria e Arcivescovo di Vercelli.

23) Sola Pietro, Borgo S. Bernardo di Carmagnola, 1818. Costruttore del Duomo. Nel 1858 Vescovo di Nizza mare

24) Reggio Francesco, di Perletto d'Alba 1858

25) Ferrero Antonio, di Buttigliera D'Asti 1882

26) Vallero Mons. Giuseppe, da Valperga 1899 - 1956. Curò la decorazione della Chiesa

27) Boano Giuseppe, di Torino. Fece l'ingresso il 23-12-1956

28) Martini Stefano, dal 1983 al 1995

29) Boniforte Elio, dal 1995 al 1996

30) Issoglio Aldo, dal 1996 al 2001

31) Gabrielli Marino, dal 2001 al 2007

32) Debernardi Roberto, dal 2007 tutt’ora Parroco

Un iniziativa a cura di

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